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Mirabelli: “Cosenza ora mantieni la B ma vorrei anche vederti in Serie A”

L’ex bomber dei Lupi e della Cremonese è sempre rimasto legato alla squadra della sua città. “Si tratta della mia vita. Domenica sfida importante ma in casa bisognerà fare molti punti. E la maturità dei tifosi sarà un grande aiuto”

 

Vive a oltre mille chilometri di distanza ma Cosenza e il Cosenza hanno sempre un posto speciale nel suo cuore. Intanto perché nella città dei Bruzi è nato il 17 maggio del 1968, poi perché con la maglia rossoblu ha cominciato la sua carriera da calciatore. Signori, Walter Mirabelli ex attaccante dei Lupi con un passato anche in maglia grigiorossa della Cremonese. E vista la sfida di domenica pomeriggio al Marulla, quale occasione migliore per farlo sentire a casa… “Un mese e mezzo fa circa sono venuto a Cosenza a trovare mia mamma e mi è capitato di incontrare un po’ di amici. Cosenza per me è la vita…”, le prime parole di Walter da Mestre dove vive con la sua famiglia. Subito un tuffo nel passato per introdurre il discorso legato al calcio. “Ho cominciato nel settore giovanile rossoblu grazie a mister Franco Gagliardi, era uno squadrone. Poi già all’età di 16 anni ho cominciato ad assaporare la prima squadra con Montefusco allenatore”.

 

La stagione successiva, 1987-’88, con Liguori prima e Di Marzio dopo ha giocato con più continuità collezionando 23 presenze con 3 gol. “Era un gruppo fantastico – ricorda Mirabelliche poi ha fatto la storia del Cosenza. Gente come Bergamini e Simoni. Io a fine stagione sono andato al Taranto mentre a Cosenza, con pochi ritocchi e l’esplosione di Padovano, si è centrata la storica promozione in Serie B. Ancora oggi è in contatto con alcuni di loro: “Con Cavazzini è quello che mi ci sento di più: io ero un bambino quando lui giocava a Cosenza. Con Nicolucci è rimasto un ottimo rapporto, così come con Urban. Quando sono sceso giù ho visto Ciccio Marino e Gigi De Rosa.

 

In televisione segue le partite del Cosenza. Sempre. “Bisogna fare di tutto per mantenere la Serie B, tornare in C sarebbe una tragedia per una piazza come Cosenza. Oggi non è più la Serie C di molti anni fa, quando al San Vito c’erano costantemente 15-20mila tifosi a partita. Io ho sempre un sogno: vedere il Cosenza in Serie A. Dalla Calabria adesso mancano soltanto i Lupi”. Tre campionati li ha giocati anche con la Cremonese: “Due di Serie B e uno di Serie C1 vinto con Gianpiero Marini allenatore. Diciamo che nella mia carriera di calciatore mi è capitato di vincere due campionati con due campioni del mondo: oltre all’ex centrocampista dell’Inter, ho vinto anche a Como con Tardelli allenatore. Ma erano due corazzate…”.

 

Domenica, inizio ore 15, al Marulla sono il palio punti pesanti per la salvezza. Ancora Mirabelli. “Il Cosenza dovrà sfruttare il fattore campo, nonostante il terreno di gioco non aiuti molto. Ma in casa deve raccogliere molti punti, soprattutto in questi scontri diretti. La Cremonese è in ripresa e sarà una partita difficile. Ma c’è una cosa che vorrei aggiungere: la grande maturità raggiunta dai tifosi rossoblu. Sarà la loro passione, il loro modo di stare vicini alla squadra che alla fine faranno la differenza”. Il calcio piace a Mirabelli e non potrebbe essere altrimenti. Per il futuro potrebbe nascere una collaborazione con il Venezia come osservatore. Intanto va a vedere molto calcio giovanile, inclusa la formazione Primavera del Cosenza vista a Verona contro il Chievo. “Anche per salutare mio nipote Danilo Angotti, il vice dell’allenatore De Angelis. Saluti da Mestre da parte di un cosentino verace che “in questa vita vorrei vedere il mio Cosenza in A”.

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